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Cosa abbiamo imparato? Spark AR Studio, WebP e Agilità nel 2019

20 Dicembre 2019 - 5 minuti di lettura

Benvenuti al primo numero della rubrica mensile Cosa Abbiamo Imparato?

Riprendendo il pay off Learn / Code / Deploy Value che sintetizza la mission aziendale, con il pillar Learn intendiamo la dimensione dell’apprendimento utile per l’azienda perché porta innovazione.
Per le singole persone è un percorso professionale che si realizza attraverso l’acquisizione di nuove competenze. Una fase di apprendimento continua svolta in gruppo e non singolarmente, consentendo lo scambio di informazioni e la condivisione di nuove competenze.

Parola a Roberto Aceti, Andrea Sironi e Francesco Rigillo, protagonisti di questa prima edizione.

Agile – Un approccio al lavoro ancora futuristico? – Francesco Rigillo

Finisce un altro anno!

Il momento è scontato per fare qualche valutazione sull’anno trascorso e porsi qualche proposito per l’anno nuovo, che fra l’altro inaugura un nuovo ventennio.
Vorrei provocarvi sulla frase che sento praticamente tutte le volte che visito un’azienda: “Certo, noi adottiamo Agile, noi siamo Agili”.

Premessa… brevissima!

Il business di Intré è strutturare team Agili, Scrum, composti da persone sia proprie sia del cliente che si dedicano per un tempo medio lungo a progetti software complessi, tecnologicamente e/o organizzativamente.
Questo ci porta obbligatoriamente a confrontare tutti i giorni l’ “Approccio Agile” con la struttura organizzativa dei nostri clienti con lo scopo di adottarlo in modo corretto.
Agile, bello e stimolante a parole, ma così difficile da applicare nonostante il Manifesto Agile risalga al 2001 e diverse singole metodologie a diversi anni prima.

Valutazione del 2019

Stimolo tutti a fare un gioco e a rispondere sinceramente a 20 domande relative a come Scrum viene applicato nella Vostra azienda (non è una lista esaustiva!):

  1. Il Product Owner tiene aggiornato il product backlog e lo condivide?
  2. Il product owner fa sistematicamente il Backlog Refinement prima dello sprint planning?
  3. Lo sprint planning dura il giusto tempo? (indicativamente 2h per ogni settimana di durata dello Sprint).
  4. E’ il team a decidere lo sprint backlog? Non è più o meno imposto dai “tempi di progetto”?
  5. Lo sprint backlog è “blindato” e non modificabile a sprint avviato?
  6. Al termine dello sprint, normalmente le attività sono state completate o ci sono sempre lavori non completati o non accettati?
  7. Le attività sono selezionate in modo libero e responsabile dal singolo membro del team? Non ci sono assegnazioni da parte del product owner?
  8. Ogni componente del team è intercambiabile, nessuno ha la sua esclusiva area di specializzazione?
  9. I task vengono valutati in story points senza conversioni in h/uomo?
  10. I membri del team lavorano solo a questo progetto o hanno pendenze in altri?
  11. Credete nel vostro team? Siete pronti a difenderlo contro tutto e tutti?
  12. Il team è correttamente staffato o è sottodimensionato?
  13. I membri del team fanno un turnover significativo?
  14. Se una persona si ammala, il team riesce comunque raggiungere gli obiettivi dello sprint?
  15. Le persone hanno il livello di competenza giusto? Se ci sono debolezze, è attivata un adeguata formazione?
  16. Nel team sono presenti tutte le competenze necessarie in modo da essere davvero autonomi?
  17. Lo scrum master riesce a proteggere il team o subisce, magari assieme al product owner, le pressioni direzionali e le trasferisce al team?
  18. I membri del team non consumano significativo tempo in attività di reportistica aziendale inutili ai fini del product increment (consuntivazione ore, assegnazione costi alle attività)?
  19. Il team lavora senza subire la pressione dei manager funzionali? Senza che la vita team sia perturbata?
  20. La direzionale aziendale ci crede ed è pronta a fare un passo indietro?

Proposito del 2020

Se avete risposto NO ad almeno una domanda… Benvenuti in quello che a noi capita di vedere praticamente tutti i giorni!
Adesso il mio scherzoso suggerimento per auto-valutarvi in base alle vostre risposte:

Numero di NO Azione
0 Chiamateci, vogliamo essere il vostro partner!
Da 1 a 3 Lanciate e perseguite specifiche azioni volte ad eliminare i singoli punti di difficoltà.
Da 3 a 10 Avete bisogno di un aiuto, da soli non ce la state facendo. Contattate Agile Reloaded
Oltre 10 Utilizzate un altro modello organizzativo, vi state consumando il fegato per qualcosa che non vi renderà mai soddisfatti e che la vostra azienda non vuole.

Ricordate: è un gioco!
E solo un modo per dirvi #intre#persempreagili e per Augurarvi un 2020 pieno di Agilità!

WebP – Un formato di immagine da studiare

WebP è un formato di immagine sviluppato da Google. Nel suo articolo Andrea ci spiega come utilizzare questo formato e quali soluzioni esistono per convertire un’immagine in .webp. Infine ci propone tre immagini affiancate per dimostrare i vantaggi nell’adozione di WebP.

Filter Creator – Roberto Aceti

Nell’ultimo periodo Roberto ha notato un uso sempre maggiore dell’utilizzo dei filtri Instagram di qualsiasi tipo, dal promozionale al puro svago. I filter creator hanno sempre di più un grosso seguito e gli insights dei profili commerciali che hanno investito in essi sembra premiarli. Pur non essendo un grosso utilizzatore di filtri ho deciso per questi motivi di approfondire la mia analisi.

Tutti i filtri presenti su Instagram e Facebook sono realizzati con Spark Ar Studio. Presentato alla conferenza Facebook F8 di Maggio 2019, Spark Ar Studio è un software disponibile per macOS e Windows per la realizzazione di filtri in realtà aumentata per le piattaforme social Instagram e Facebook.

Tutto il funzionamento dell’applicazione si basa sull’uso dell’elemento Face Tracker il quale individua e traccia il volto dell’utente utilizzando la fotocamera del dispositivo. Non è richiesta alcuna skill tecnica da parte dello sviluppatore che ne fa uso. Le possibilità che lo strumento offre sono molteplici, limitate solo dalla propria fantasia e le linee guida di Facebook.
Vengono infatti resi disponibili una gran quantità di altri elementi che possono essere utilizzati dall’utente per creare maschere, deformazioni del volto, animazioni video, canvas, immagini Sprite ecc ecc. Dipendentemente da quello che si vuole fare, sono richieste skill nella creazione e nella lavorazione di file .png, file 3D .obj, nonché conoscenze di base sulla produzione di grafica vettoriale e quant’altro.
Sempre con Face Tracker è possibile programmare animazioni o interazioni usando un editor visivo molto intuitivo. Chiaramente più lo sviluppo è complesso e più sono richieste conoscenze tecniche approfondite.

Uno dei lati più negativi che Roberto ha notato dall’esperienza nella creazione di un filtro forse è proprio la sua pubblicazione sui canali social. Le linee guida attualmente presenti sono molto ristrette e confusionarie, unite ad uno scarso supporto tecnico sui vari gruppi di riferimento (suggeriti dal programma stesso).

Riferimenti

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