We Are Developers
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Guida galattica a We Are Developers

4 Settembre 2024 - 8 minuti di lettura

La sala è immensa. Pareti nere e led verdi dipingono il contorno di 5 mega schermi. Più di 1000 persone sono concentrate a leggere la domanda apparsa in quella che sembra essere la sala di controllo di Matrix. 

L’obiettivo è rispondere al quesito nel più breve tempo possibile, scegliendo tra 4 opzioni disponibili. La posta in gioco? La gloria di fronte ai propri pari e un trofeo degno delle migliori saghe: un set Lego Millennium Falcon. 

La domanda però non è di cultura generale, ma un blocco di codice Javascript; e qui non siamo a un Trivial Pursuit interstellare, ma a We Are Developers, la conferenza europea dedicata alla programmazione! 

Le conferenze di programmatori sono sempre luoghi incredibili, dove estrema efficienza e professionalità si mischiano con un universo nerd fatto di quiz, riferimenti criptici alla cultura pop e tanti goodies. We Are Developers non poteva essere da meno. 

Chiamare We Are Developers una conferenza è però riduttivo. Questa manifestazione travalica il concetto di conferenza come solitamente la intendo io: un luogo dove si va per assistere a talk e laboratori. We Are Developers viene definito ufficialmente un “congresso” di programmazione, ma al mio rientro ho deciso di ribattezzarlo “il paese dei balocchi per programmatori”.

We are developer

Quando i miei colleghi me ne avevano parlato, non credevo che certe cose fossero possibili: “tantissima gente, un sacco di talk, un marea di gadget e giochi nerd a non finire”.
Non poteva essere vero.
Ho quindi deciso di prendere i biglietti early birds, imbarcarmi su un volo per Berlino in una calda giornata di metà luglio e vedere di persona la magia della programmazione. 

Le persone di Intré a We Are Developers

Il primo impatto: “Sono nel posto giusto!”

La compagnia Intré del We Are Developers 2024 era composta da 6 persone: 3 di ritorno dopo la spedizione dell’anno passato e 3, me compreso, alla prima esperienza. 

L’evento principe si sarebbe tenuto il giovedì e il venerdì, ma già dal mercoledì erano presenti dei workshop con un numero limitatissimo di posti, come quello tenuto lo scorso anno da Alberto Acerbis a tema DDD.

Avevo messo la testa nel calendario degli eventi qualche settimana prima della partenza e, ahimé, tutti i posti per i laboratori del mercoledì erano già occupati. Nonostante non avessimo un posto per i workshop, appena arrivati a Berlino abbiamo comunque deciso di recarci in fiera per fare il check-in e ritirare i badge, onde evitare le code la mattina dell’apertura ufficiale.  

Ad attenderci, dopo aver ritirato i documenti, un aperitivo open bar e tanti amici. In mezzo alla moltitudine di persone, ho anche ritrovato vecchi colleghi persi di vista da mesi o anni. E quale modo migliore, se non una chiacchierata con una birra in mano in un caldo tramonto berlinese, per aggiornarsi sui progressi di vita e di carriera?

I festeggiamenti però si sono conclusi presto. Il giorno seguente ci aspettava il piatto forte: il primo giorno di conferenza ufficiale, e non potevamo arrivare stanchi e spossati dal viaggio. 

Dopo una notte rigenerante, il giovedì mattina siamo ripartiti alla volta della Berlin Messe per continuare la nostra missione. Ad attenderci all’ingresso una paperella di gomma gigante, simbolo universale di noi programmatori. 

La paperella simbolo degli sviluppatori

Credo sia stato in quel momento che ho realizzato di essere nel posto giusto! 

16 (sedici!) palchi su cui si sono susseguiti talk per tutta la giornata, spaziando da argomenti metodologici, al team building, fino a showcase ultra pratici su come utilizzare tool per completare questo o quell’altro compito. In quest’ultimo caso, in realtà, le feature erano raccontate quasi sempre da dipendenti dell’azienda produttrice del tool stesso: insomma, talk per nulla disinteressati, ma comunque molto interessanti. 

Uno dei palchi della conferenza We are Developer

A fianco dell’area conferenze, una vera e propria fiera di settore con due immensi padiglioni espositivi. Qui si potevano incontrare le più grandi realtà del panorama attuale, da Google a Docker, da Intel a Figma, con stand pronti a lasciarti un regalino in cambio del permesso di inserire il tuo nome nei loro database tramite la scansione del QR code presente sul badge.

Dopo qualche secondo di sconcerto, eravamo pronti a immergerci in questa atmosfera gioiosa e ad assorbire come spugne qualunque bit di conoscenza sarebbe stato trasmesso.

Questo perché, se da un lato è vero che la parte espositiva sembrava essere più ludica che formativa, nella realtà dei fatti è stato proprio qui che l’entusiasmo e la competenza delle persone presenti agli stand ha generato alcuni dei momenti più istruttivi. Occasioni di confronto che mi hanno permesso di partecipare a demo di tool di monitoring o a riflessioni sulla prossima evoluzione della blockchain, senza per forza dover star seduto all’interno di una sala conferenze. Senza dimenticare l’ora e mezza passata allo stand Arm a farmi spiegare gli algoritmi di risoluzione del cubo di Rubik applicate ad un robot basato su intelligenza artificiale costruito con i Lego!

Robot e cubo di Rubik

L’AI a We Are Developers 2024

L’offerta di tematiche presenti, tra talk ed espositori, è stata molto varia. Se si disegnasse un grafico, però, credo che la medaglia d’oro la vincerebbe sicuramente l’AI, l’intelligenza artificiale, come ci si poteva aspettare! Al We Are Developer l’AI è stata declinata in ogni sua forma, mostrata in ogni sua applicazione, insegnata in ogni sua dimensione.

Al secondo posto, invece, ho notato la presenza di un certo numero di realtà relative alla blockchain, probabilmente il trend più in voga negli anni passati.

Lato marketing, invece, ho trovato molto ingegnosi i trucchetti che alcune aziende hanno messo in piedi per farti provare i propri servizi, come contest e giochi per guadagnare dei goodies. Ecco un esempio: Twilio, fornitore di infrastruttura e API per la trasmissione di messaggi Whatsapp ed altro, ha creato un bot Whatsapp per partecipare a una lotteria e per effettuare l’ordinazione gratuita di smoothies, mostrando di fatto un possibile use case per un bar sulla spiaggia.

Un’altra azienda operante nel settore della codifica e decodifica di suoni richiedeva invece di produrre e inviare tramite un loro servizio un suono, il cui grafico audiometrico avesse la stessa forma di una immagine presente nel loro stand. Inutile dire che, chi ci fosse riuscito, avrebbe vinto un succulento premio. 

Il giovedì sera, tra aperitivo e torneo di programmazione

A mio avviso, l’apice dell’evento è stata la serata del primo giorno. 

A conclusione dei talk, in quasi tutti gli stand sono spuntate casse di birra, bibite fresche, pizza e altri stuzzichini. Un grande momento per festeggiare la giornata appena trascorsa insieme a colleghi vicini e lontani, e ovviamente fare nuove conoscenze tra programmatori di tutto il mondo. 

Poco dopo l’ora dell’aperitivo, nella sala con i mega schermi verdi e neri a cui ho accennato all’inizio, si è svolta la finale del Code100. Questo torneo di programmazione ha visto una selezione a livello europeo di 40 finalisti, che si sono poi sfidati fino a eleggere il “migliore” sul palco di fronte a un migliaio di presenti.

Tra una sfida e l’altra del Code100 ufficiale, tutti noi spettatori siamo stati invitati a partecipare a quiz di coding con premi declinati in set Lego, sempre molto ambiti. 

Ma non è finita! La serata del giovedì ha visto salire sul palco anche la drag queen Gieza Pokean con il suo famoso Drag Karaoke: un simpatico siparietto dove persone solitamente impegnate a stare in un ufficio davanti a uno schermo hanno potuto cantare le proprie canzoni preferite senza paura di giudizi o pregiudizi. Poteva mancare il team Intré sulle note di Pedro di Raffaella Carrà? Seguito a ruota da una discoteca con DJ set nella hall della conferenza con tanto di tributo ai Daft Punk. 

Dopo questa entusiasmante prima giornata, il secondo giorno, il venerdì, sono arrivato al We Are Developers più conscio e organizzato. Tramite la app ufficiale sono riuscito a partecipare a qualche workshop, mi sono appuntato i talk di interesse, e sono entrato in contatto con gli altri partecipanti.

La giornata del venerdì

Il mio venerdì è passato veloce tra una presentazione e l’altra. Degni di nota il tak “motivational” di Brenda Romero, game designer e developer di Wizardry e molti altri videogame (e se il cognome non vi suona nuovo è perchè è sposata con John Romero, creatore di Doom e altri storici videogiochi, lui stesso presente alla conferenza in veste sia di relatore che di sfidante per chi volesse cimentarsi in una sessione di Doom contro di lui), e l’incredibile intervento del creatore del JSON Douglas Crockford, personaggio sopra le righe, che sembra provenire da un mondo parallelo e ormai perso nel tempo.

Un consiglio: "Don't make bugs"

In men che non si dica, questa mia prima partecipazione al We Are Developers è giunta alla fine. In tarda serata mi sono ritrovato all’aeroporto di Berlino, con la mente piena di idee che alimenteranno i miei pensieri per molto tempo, e di ricordi che porterò con me per sempre. 

A We Are Developers di respira l’aria del progresso

Tutto si può dire di questo evento tranne che non si sentisse la passione per la tecnologia e l’informatica pervadere l’aria in ogni direzione ci si girasse! Trovarsi in un luogo “cucito” apposta per stimolare i nostri interessi e le nostre passioni non è cosa che capiti tutti i giorni. Respirare l’aria del progresso, assorbire le idee e la voglia di condivisione è qualcosa che arricchisce e stimola ed è sempre un grande piacere poter prendere parte a questo genere di avvenimenti!

Location della conferenza We Are Developers

La mia avventura però non era ancora arrivata al termine. 

Tra i ricordi che porterò con me di questa esperienza ci sono anche le “fortune” con i mezzi di trasporto. 

In primis, la città di Berlino veniva dagli Europei di Calcio appena conclusi ed era di fatto un mezzo cantiere aperto: si stavano ripristinando intere aree che erano state evidentemente adibite ad ambienti ad hoc per la manifestazione calcistica, e proprio nei giorni della nostra presenza alcune tratte della metropolitana erano chiuse, costringendoci a percorsi tortuosi per arrivare alla fiera.

Dulcis in fundo, invece, il giorno del mio rientro è coinciso con il crash di CrowdStrike, ovvero con il venerdì nero dei trasporti. Inutile dire che mi sento già fortunato a essere riuscito ad arrivare a casa con solo 5 ore di ritardo. 

I migliaia di programmatori “fuori ufficio” perché presenti a We Are Developers hanno forse influito sulla gestione poco tempestiva del crash informatico globale? 

Ai posteri l’ardua sentenza!

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